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Liberiamoci da miti e leggende

Il ROSmetro è uno degli strumenti più diffusi e, allo stesso tempo, meno compresi nel mondo radio: vediamo cosa misura e come funziona.

Quando le persone eseguono una certa misura di frequente, spesso non sanno come faccia lo strumento a effettuarla, ma di norma comprendono bene la grandezza che viene misurata.

Pensiamo ad esempio al tachimetro dell’automobile: anche i guidatori meno tecnici sono in grado di spiegare, almeno nella sua idea di fondo, cosa sia la “velocità”.

Nel mondo dei radio-appassionati, viene misurato il ROS continuamente.

Tutti sanno quali siano i valori buoni, quelli accettabili e quelli da evitare, ma raramente si trova qualcuno che sappia definire cosa sia il ROS e che significato abbia. Quasi tutti sanno che “R.O.S.” è un acronimo per “Rapporto Onde Stazionarie”, anche se ho trovato su internet una “lezione” dove il “docente” inspiegabilmente lo definiva “Ritorno Onde Stazionarie”.

In genere le “onde stazionarie” sono descritte come un’entità malvagia, capace di sfruttare la stessa potenza erogata da un trasmettitore per distruggere i “finali”. Una specie di punching ball che, riversandogli addosso tutta la forza del suo stesso pugno, mette K.O. il pugile lento a schivare.

Altri, azzardando una spiegazione più “formale”: sostengono che il ROS sia il rapporto tra la potenza trasmessa e quella riflessa. Non è ben chiaro come la proporzione tra il 100% di potenza trasmessa e lo 0% di riflessa, cioè il caso ottimale, possa risultare nel leggendario rapporto “1:1”, ma tant’è.

 

L'articolo completo su Radiokit elettronica di luglio/agosto 2024

10 2023GR

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