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CARISSIMA DINO

di Elvio Deganello, su epocauto di gennaio 2025

Affascinante da ferma e agile in corsa, la Dino 206 S è pensata per i piloti privati, ma l’omologazione salta e trova pochi clienti. Oggi tutti ne vorrebbero una, ma costa una follia.

All’origine delle automobili Dino c’è la Fédération Internationale de l’Automobile che nel 1964 annuncia la Formula 2 con i motori di 1600 cc derivati da auto costruite in almeno 1000 esemplari in un anno. La produzione di Maranello non può soddisfare la norma, così Enzo Ferrari chiede aiuto alla Fiat e il risultato va oltre le attese. Infatti, il motore Dino V6 dei futuri modelli Fiat sarà disponibile anche per una “piccola Ferrari” costruita a Maranello con il marchio Dino. Il primo risultato è la Dino 166 S telaio # 0834 che Enzo Ferrari presenta l’11 aprile 1965. Ha il telaio a reticolo di tubi derivato dalla Formula 1, è leggera (586 kg), bassa (96 cm), compatta (lunga 3,82 m, larga 1,57 m), ha quattro alberi a camme in testa, il carter secco, la cilindrata di 1592 cc, supera i 260 km/h e ha una seducente carrozzeria di Fantuzzi, con la muscolosità dei parafanghi che plasma con energia il corpo vettura.
La rivista Quattroruote mostra la novità nel numero 5-65 titolando “La Ferrari Fiat una sportiva da 260 km/h”; nello stesso tempo il settimanale la Domenica del Corriere mette in copertina un disegno ritoccato e titola “Presentiamo in anteprima la Dino di Ferrari carrozzata da Pininfarina per la Fiat”. Gli sportivi sognano una Ferrari al prezzo di una Fiat e le richieste di chiarimenti sono tante che Quattroruote deve chiarire che la Fiat Dino non è definita e quella è la versione da corsa. Il programma agonistico ha gli obiettivi di mostrare alla Fiat le qualità del V6 Dino, provare le soluzioni per la F. 2, contendere alla Porsche il Campionato Europeo della Montagna e, alla luce dei risultati, valutare se costruire i 50 esemplari necessari per omologare nella categoria Sport una versione da vendere ai piloti privati...

 

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 Nella foto di tre quarti posteriore si apprezza in modo particolare lo slancio della coda impresso dal movimento dei parafanghi, dello spoiler e dell’arco sopra l’abitacolo. Considerando che è un’auto da corsa, il cruscotto è piuttosto elegante. La torretta del cambio invece è tipica delle auto da competizione. La placca di metallo è l’aggiunta del cliente per evitate che interferisca con la gamba sinistra nelle curve veloci. Il vano motore mostra la versione più evoluta del motore V6 Dino che all’inizio aveva la cilindrata di 1576 cc e tre carburatori Weber 38 DCN, poi la cilindrata di 1986 cc e tre carburatori Weber 40 DCN, poi la testata con tre valvole per cilindro e l’iniezione Lucas, infine quattro valvole per cilindro e l’iniezione.

 

 

 

 

 epocauto 5 2023

  

 

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