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Porsche 356 "Gmund" - su epocauto di novembre 2023
PORSCHE 356 "GMUND" - Nella vecchia segheria-ia-ia-o
La Porsche 356 nasce nel 1948 in una baracca di Gmünd, in Austria, con la carrozzeria fatta a mano e il motore derivato Volkswagen. Il successo imporrebbe il trasferimento che per il momento non è possibile e si va avanti così fino al 1951.
La storia della Porsche 356 inizia in Carinzia, in Austria, dove i Porsche si trasferiscono in tempo di guerra. Quando finisce, Ferdinand Porsche e il figlio Ferdinand Anton Ernst, “Ferry” per gli amici, sono attirati a Baden-Baden dai servizi segreti francesi, che nel novembre 1945 li imprigionano. Rilasciano Ferry nel marzo 1946 ed egli torna in Carinzia per riprendere l’attività. Trova i locali di una scuola di volo a Zell am See, ma lo spazio non basta. Così acquista a Gmünd un gruppo di baracche di legno della ex segheria di Willi Meinecke, dove allestisce gli uffici e le officine, mentre nella scuola di volo a Zell am See disloca il magazzino. In queste strutture torna al lavoro quasi la metà dei dipendenti che lo Studio Porsche aveva a Stoccarda. Fra i primi clienti c’è Piero Dusio della Cisitalia, che è interessato al progetto di una monoposto da Grand Prix. Durante le trattative, Ferdinand Porsche si reca a Torino ed è abbagliato dall’idea di costruire un’auto sportiva derivata dalla Volkswagen “Maggiolino” come fa Dusio che dalla Fiat 1100 deriva la Cisitalia 202. “Ferry” non indugia e il progetto 356.49.001 relativo alla vettura provvisoriamente chiamata VW Sport è pronto nel luglio 1947. Prevede il motore centrale derivato “Maggiolino”, il telaio a reticolo di tubi progettato da Karl Rabe e la carrozzeria roadster disegnata da Ervin Komenda. Un mese dopo i familiari liberano Ferdinand dalla prigione pagando il riscatto con i soldi del progetto Cisitalia. Dieci mesi dopo, l’otto giugno 1948, la VW Sport ora denominata Porsche 356/1, è pronta con la bella carrozzeria roadster eseguita da Friederich Weber, ma resta un esemplare unico perché troppo costosa da produrre in serie e soprattutto perché con due soli posti e la carrozzeria aperta è inadatta all’impiego normale...
Il così detto “mascherone” vale a dire la struttura di legno utilizzata per riscontrare le dimensioni dei pannelli d’alluminio battuti a mano. Era in fondo all’officina di Gmünd, ora è nel Museo Porsche restaurato.
Articolo completo su epocAuto di NOVEMBRE 2023 a firma di Elvio Deganello
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