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Moto Guzzi Lodola - su epocAuto di luglio
La linea snella e moderna della Lodola, in particolare nella versione sella lunga e manubrio tipo sport; le filettature bianche sono presenti sui fianchi del serbatoio e nei bauletti serbatoio olio e vano batteria.
Moto Guzzi Lodola.
L’ultima creazione di Carlo Guzzi incappa nella crisi di settore
su epocAuto di luglio 2020 a cura di Umberto Lacchetti -
A partire dalla metà degli anni Cinquanta il reddito degli Italiani comincia a salire, lasciandosi dietro gli stenti e la povertà del dopoguerra. Inizia poco alla volta l’epoca del boom economico. Con l’uscita delle famiglie da una situazione di povertà, anche la domanda motoristica cambia, mentre l’offerta si adegua con il lancio sul mercato delle auto utilitarie. La Fiat lancia la 600 e poi la 500, inizia l’epoca della motorizzazione di massa. A farne le spese sono i produttori di motociclette che vedono ridursi drasticamente le quote di mercato a favore dei produttori di automobili. Alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni’60, la motocicletta cessa poco alla volta di essere il principale mezzo di trasferimento economicamente accessibile e molte fabbriche motociclistiche entrano in crisi. Non fa eccezione nemmeno la gloriosa Moto Guzzi, che tra l’altro in quegli anni perde i fondatori Giorgio Parodi (nel ’55) e Carlo Guzzi (nel ’64). Per resistere la Casa di Mandello lancia sul mercato una motoleggera con bassi costi di produzione, lo Stornello. Nelle cilindrate maggiori rimane il Falcone, richiesto soprattutto dalle Forze dell’Ordine, mentre nel quarto di litro, abbandonato l’Airone, Moto Guzzi punta tutto sulla Lodola. La versione 235 GT in particolare si pone come interprete delle esigenze dell’utenza utilitaria di quegli anni, di quelli che volevano una moto affidabile per macinare chilometri e costi di gestione inferiori a qualsiasi autovettura...
L'articolo completo è su epocAuto di luglio.