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Ferrari 350 Can Am - su epocauto di settembre
Una immagine della 350 Can-Am scattata nel cortile di Maranello alla fine del 1967 subito dopo la revisione della vettura, prima che questa venisse spedita in Australia.
Cose dell'altro mondo
Ferrari 350 Can Am, bella e vincente
su epocAuto di settembre 2020 a cura di Giuseppe Valerio -
La singolare storia della Ferrari 350 Can-Am, incapace di dare una gioia al povero Chris Amon, ma bella e vincente nelle mani di altri forse meno talentuosi del neozelandese. Si aggiudicò una gara della Tasman Cup, poi trionfò in Africa con Paul Hawkins e infine anche nelle mani di Mike Hailwood.
Dopo la 24 Ore di Le Mans del 1967 venne deciso che le bellissime protagoniste di quella gara non sarebbe più stato possibile schierarle in pista, almeno nelle gare del Campionato Mondiale. Senza addentrarci in lunghe spiegazioni tecnico-regolamentari, basti dire che anche le Ferrari 330 P4, campioni del mondo in carica, vennero messe al bando. Il Commendatore, che a sprecare tempo e denaro non era avvezzo, accettò con scarso entusiasmo la proposta che gli venne fatta dal suo amico nonché importatore per gli Stati Uniti, Luigi Chinetti: “Dalle a me quelle macchine, le faccio correre io in America”. Detto, fatto. A Maranello trasformarono tre esemplari, due ex 330 P4 e una ex 412 P, in versione Can-Am, maggiorando di poco la cubatura del motore e poi installando una elegantissima carrozzeria barchetta elaborata da Piero Drogo sulla base di quelle che aveva già realizzato per le berlinette. Chinetti si prese in carico la 412 P #0844, mentre le nuove 350 Can-Am (la #0858 e la #0860) le girò a Bill Harrah, fiduciario Ferrari per la West Coast...
La Scuderia Veloce disponeva anche di una Ferrari 250 LM. Ecco la vettura al centro della prima fila alla partenza del Gran Premio di Melbourne del 1965.
L'articolo completo è su epocAuto di settembre.