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21 gennaio 1964. La Mini Cooper S di “Paddy” Hopkirk/Henry Liddon nella prova-spettacolo del Rallye di Montecarlo, che va a vincere davanti alla potentissima Ford Falcon Sprint di Bo Ljungfeldt, penalizzata dal coefficiente per la cilindrata.

 

Mini Cooper S. Alle origini del mito

su epocAuto di settembre 2020 a cura di Elvio Deganello - 

La Cooper S MK1 porta nel mito la Mini insieme con le minigonne, i Beatles e tutto ciò che colora di simpatia gli anni Sessanta. In quegli anni i giovani violano le regole. Così nell’abbigliamento preferiscono il prèt à porter di Carnaby Street all’haute couture dei genitori; nel mondo dell’auto la Mini Cooper S sta alle corse come la moda pronta sta all’alta moda. Il suo arrivo alimenta il disaccordo fra le generazioni: per i giovani la Mini è l’auto più bella e desiderabile del mondo, per i padri è insignificante e priva di grazia, anche se alla fine dovranno arrendersi ai successi. Il mito della Mini coinvolge indifferentemente tutti modelli, ma ieri come oggi solo i veri appassionati sanno individuare e apprezzare i piccoli dettagli che fanno la differenza fra una simpatica utilitaria, la Mini Minor, una piccola sportiva, la Mini Cooper e una vera reginetta delle corse, la Mini Cooper S. Con la versione S il telaio della Mini trova la potenza che il progettista Alec Issigonis ha umiliato con vecchio motore A Series di 850 cc temendo che la sua creatura, curvando più velocemente di qualsiasi altra berlina, inducesse gli automobilisti a strafare.....  

01 Ayrton Perrys 1881 first electric car

La Morris Mini Cooper S e un aereo Piper Super Club. La "S" sul cofano e i cerchi con 9 fori sono tipici del modello. La calandra invece è comune con la normale Mini Cooper mentre i tubi nei paraurti sono comuni sia con la Mini Cooper sia con la Mini De Luxe.

L'articolo completo è su epocAuto di settembre. 

 

 

 

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