Menu Epocauto
Cerca
Area utenti
Carrello
Maserati Merak - su epocAuto di ottobre
La Merak al debutto era priva di retrovisori esterni, furono applicati successivamente per adeguamento al Codice della Strada.
Maserati Merak
su epocAuto di ottobre 2020 a firma di Dario Mella -
Per spiegare come ebbe origine il progetto Maserati Merak dobbiamo andare al 1965, quando i proprietari della fabbrica modenese, Adolfo e Omar Orsi iniziarono un dialogo con il presidente della Citroën, Pierre Bercot, finalizzato a produrre in sinergia modelli di alta gamma. Con l'accordo che ne seguì, per la Citroën si apriva l'opportunità di avere a listino prestigiose berline con nuove e prestanti meccaniche, mentre per la Maserati stare sotto l'ombrello della Casa transalpina significava garantirsi un futuro economicamente più tranquillo. Il primo risultato della collaborazione fu un motore 6 cilindri a V di 2675 cm3 progettato e costruito a Modena per la SM, la nuova ammiraglia Citroën. Non era completamente nuovo, perché era stato sufficiente sottrarre un cilindro da ciascuna delle bancate del V8 Maserati e ridurre la corsa. Però era il punto focale dell’accordo e costituì anche la base motoristica per un nuovo modello del Tridente: una GT media, mossa da un’unità di minore cubatura per ridurre i costi di gestione e la pressione fiscale. E, non ultimo, attrarre i clienti delle sportive attorno ai 2.5-3 litri, come l’Alfa Romeo Montreal, la Porsche 911, la Fiat Dino e la Dino 246 Gt di Maranello. Del disegno fu incaricato Giorgetto Giugiaro, che derivò la Merak dalla scocca della Bora semplificandone alcuni aspetti tecnici. E con questo il layout a motore centrale-longitudinale era definito, ma con una differenza: mentre la Bora era una due posti secchi, la Merak proponeva un abitacolo a 2+2 posti, studiato sì per dare spazio, ma soprattutto per non fare della Merak una Bora in chiave minore, resa possibile grazie alla ridotta lunghezza del V6...
Il disegno in trasparenza mostra la meccanica della Merak, con il V6 in posizione centrale. Notare il doppio ventilatore di raffreddamento del radiatore acqua.
L'articolo completo è su epocAuto di ottobre