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La D50 telaio # 0001 di Alberto Ascari (n° 34) e la D50 telaio # 0002 di Luigi Villoresi (n° 36) nel recinto del GP di Spagna il 24 ottobre 1954. Ascari partirà in pole position, balzerà al comando e firmerà il primato sul giro, ma si dovrà ritirare a causa di una perdita d'olio che fa slittare la frizione.

 

Campione del Mondo con altro nome

Lancia D50

su epocAuto di febbraio 2021 a firma di Elvio Deganello - 

Nei Gran Premi del 1954 e del 1955 la Lancia D50 non ottiene i successi che merita per una serie di motivi indipendenti dalla qualità della vettura. Si prende la rivincita nel 1956 quando domina la stagione della Formula 1 con la Scuderia del Cavallino.

La Lancia D50 porta alle estreme conseguenze il coinvolgimento nelle corse di Gianni Lancia, che dalla fobia per le competizioni del 1950 cambia atteggiamento e in rapida successione realizza le Sport D20, D23 e D24 per arrivare infine alla Formula 1. Per la nuova avventura conferma la direzione tecnica a Vittorio Jano, già responsabile delle Sport. Il suo gruppo di lavoro inizia il progetto nel settembre 1953 e in soli quattro mesi passa dai disegni al prototipo finito. La D50 debutta per la stampa nel febbraio 1954 sull’aeroporto di Caselle. I giornalisti hanno parole d’elogio per il motore V8 con quattro alberi a camme progettato da Ettore Zaccone Mina, per le sospensioni a ruote indipendenti e per il ponte De Dion che ha il differenziale in blocco con il cambio trasversale a 5 rapporti e la frizione. Fra le novità tecniche c’è il telaio a traliccio di tubi che è tronco ai due estremi, ma è coadiuvato nella resistenza strutturale dal motore, che sopporta le sospensioni anteriori, e dal gruppo della trasmissione. Il motore è inclinato di 18° in pianta per fare passare l’albero di trasmissione a lato del pilota, che così può sedere più in basso con benefici effetti sul baricentro e sulla riduzione della sezione resistente all’aria......

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“RESURREZIONI” DA CORSA

Sulle Lancia D50R (R sta per “Recreaton”) si può aprire un dibattito infinito, ma qui si cerca solo di capire perché e come nascono. Tutto inizia quando il compianto Guido Rosani, figlio dell’architetto degli stabilimenti Lancia, si appassiona alle vicende della Casa e raccoglie memorie e oggetti che la riguardano. Alla fine ha molti ricambi D50 e culla il sogno di riunirli in una vettura completa perché le due D50 sopravvissute dormono nei musei e nessuno può sentire la loro voce meravigliosa e tanto meno vederle correre....

 

 L'articolo completo è su epocAuto di FEBBRAIO

 

 

 

 

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