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Il frontespizio del depliant della Eveline. In Italia era meglio conosciuta come Fiat 124 coupé Vignale.

EVELINE E SAMANTHA
su epocAuto di maggio 2021 a firma di Dario Mella - 

Due nomi femminili per questi eleganti coupé Fiat 124 e 125 disegnati e costruiti da Vignale. Oggi sono auto da collezione, testimoni della vitalità della Carrozzeria italiana anni ‘60.

Nel 1966 e ‘67 la Fiat presenta le berline 124 e 125 con le quali consolida la propria presenza nel settore. In quegli anni le meccaniche Fiat sono per i Carrozzieri una base utile a creare modelli destinati a una nicchia di clienti che desiderano qualcosa di diverso dalla normale auto di serie. È un lavoro che consente a queste realtà, che hanno una produzione basata su linee di montaggio molto semplici e sull’abilità delle maestranze, di trarre l’utile necessario in un mercato dove le grandi Case, strutturate per quantità di gran lunga superiori, non hanno interesse a entrare.
Andiamo ora al Salone di Ginevra del ‘66 dove è esposta la nuova Fiat 124, che ne diventa la star. Al Salone c’è Alfredo Vignale, titolare dell’omonima Carrozzeria, il quale vede nella meccanica della 124 l’opportunità di dare vita a un proprio coupé che presenta, con il nome di Eveline, al Salone di Torino nel novembre di quell’anno. Il nuovo modello non sfugge alla stampa che ne fa risaltare la linea elegante e leggera, nonostante l’abitacolo ospiti quattro persone. E non sfugge nemmeno alla giuria del premio Mercurio d’Oro del quale viene insignito Alfredo Vignale per questa sua creazione.
L’esigenza di dare slancio al profilo, tuttavia, ha fatto sì che la lunghezza di questo coupé risulti maggiore della berlina. Però non lo si nota, perché l’abitacolo arretrato e la dimensione contenuta del padiglione la mascherano. Un coupé esige un frontale basso, problema che nella Eveline è risolto alzando la posizione del paraurti e curvando leggermente l’estremità del cofano, così da snellire la calandra. In questo modo, però, i fari della 124 non ci stanno: si montano perciò due coppie di fari più piccoli che, oltretutto, donano sportività. Dietro vengono conservati i gruppi ottici della 124.
All’interno il volante e il cruscotto sono quelli della berlina, a meno del rivestimento della plancia arricchito da inserti in legno e dall’aggiunta del termometro acqua e dell’amperometro a fianco del quadro strumenti. Anche i comandi dei servizi sono di derivazione Fiat. Il divano posteriore sdoppiato e i finestrini dietro apribili a compasso, aggiungono un tocco di raffinatezza. Nel complesso si riscontra una notevole cura della finizione, estesa anche alla carrozzeria con una studiata collocazione di inserti in acciaio inox. Su strada le prestazioni della Eveline, che ha il motore della 124 di 1197 cm3 per 60 CV-DIN, sono analoghe a quelle della berlina.....

 

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I cerchi in lega Cromodora, montati a richiesta, donano un tocco di sportività in più alla Samantha, qui nelle viste di 3/4 anteriore e posteriore. La targhetta identificativa in coda ci dice che questo esemplare monta il motore da 100 CV.

 L'articolo completo è su epocAuto di MAGGIO

 

 

 

 

 

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