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La Miller "Carenata" vista da destra. Dalla carrozzeria portante sporgono solo la pedivella di avviamento e il pedale del cambio a braccio singolo. Si nota anche il poggiapiedi del passeggero, ripiegato nella scocca. 

MILLER 200 "CARENATA"

Presentata al pubblico alla fine del 1938, fu decisamente rivoluzionaria per quei tempi

Su epocAuto di giugno - a firma di Mario Colombo

Il marchio Miller appare attorno al 1922, in un periodo di grande diffusione delle cosiddette “biciclette a motore”. Questo, perché la grave crisi economica seguita alla fine della prima guerra mondiale provoca, nel settore della motorizzazione, un “ritorno alle origini”, con la riscoperta del motore applicato a un preesistente velocipede. In un primo tempo appaiono sul nostro mercato solo modelli di importazione, ma ben presto vi si affiancano numerosissimi marchi nazionali, come la Garlaschelli, la Rubinelli, la Mignon, la Orione, la MAS, la Faini, la Simplex, la GD, la FIAM, la Mafalda; e, per l’appunto, la Miller dei tre fratelli Balsamo, Edoardo, Ernesto e Mario, che nel 1919 entrano nel mondo della motocicletta come semplici rappresentanti. La loro prima sede sarà in viale Pasubio 1, a Milano, che poi verrà spostata in Viale Certosa 60.
Nel 1924 i Balsamo decidono di diventare costruttori in proprio; al Motosalone milanese del medesimo anno presentano così le biciclette a motore Excelsiorette, sia con motore francese PS di 125 cc a due tempi e due marce, sia con l’austriaco Puch, anch’esso a due tempi e due marce.
Nel 1926 l’Excelsiorette monterà invece il motore svizzero Moser a valvole in testa, nelle versioni di 125 e 175 cc e cambio a due o tre marce; i modelli saranno il Baby, il King e il Corsa, mentre nel 1928 viene costruito un motore proprio ad aste e bilancieri, e cambio a tre marce, che supera i 125 km/h e che consentirà a Carlo Fumagalli di conquistare otto record mondiali sulle lunghe distanze, impresa ripetuta (e migliorata) nel 1930 e poi ancora nel 1932. La moto verrà racchiusa in una carenatura del peso di soli 10 kg approntata con la consulenza dell’ingegner marchetti della SIAI, la Casa dei famosi aeroplani Savoia-Marchetti. La massima velocità raggiunta sarà di quasi 142 km/h sulla distanza dei 5 km.
Nel 1933 la produzione della Miller comprende una vasta gamma di modelli, come le 175 Erretre e Essedue, le 250 e 350 con motore Rudge Pyton a quattro valvole in testa, un motofurgone e infine la Vespa con motore Sachs 98 due tempi e due marce, che poco dopo verrà rivestita con due ampie fiancate asportabili, in funzione principalmente di riparo dagli spruzzi di olio e di fango ma senza alcuna pretesa estetica o aerodinamica.
Finalmente, al Motosalone milanese della fine 1938 appare la 200 “Carenata”...

 

 

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