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In apertura la Goggomobil T300 in un’ambientazione abituale per gli italiani che vedevano i turisti tedeschi giungere nelle nostre località di villeggiatura a bordo delle piccole vetture bavaresi. In Italia le Glas erano distribuite dall’importatore Estercom di Torino.

 

GLAS GOGGOMOBIL

Bicilindriche a tutto glas

Su epocAuto di luglio - a firma di Elvio Deganello

Nella seconda metà degli anni Cinquanta le Goggomobil hanno successo in Germania e si vendono anche in Italia grazie all’importatore Estercom di Torino. La casa costruttrice è la Glas, fondata in Baviera nel 1883 da Andreas Glas per costruire attrezzi agricoli. Nel 1950 Hans Glas, successore di Andreas, è incantato dagli scooter che vede a Verona durante la fiera delle macchine agricole e decide che costruirà anche lui uno scooter. Lo chiama “Goggo” con il vezzeggiativo del nipotino. Il mezzo, robusto ed economico, risponde alle esigenze del dopoguerra e ha successo, così al primo modello con motore Jlo 125, seguono il 150, il 200 e il motocarro. Poi Hans Glas pensa all’evoluzione del mercato e avvia il progetto di una micro-vettura per colmare il vuoto fra lo scooter e la Volkswagen, che è ancora troppo cara per i tedeschi. Hans fissa il prezzo di vendita in 3.000 Marchi e i suoi tecnici capiscono che non possono acquistare il motore e altre parti all’esterno, devono fare da soli. Non hanno esperienza di auto, ma imparano dai loro errori. Per esempio, i primi motori grippano con facilità, ma apprendono come risolvere il problema dopo un’attenta visita alla fabbrica di pistoni Malhe. Accade qualcosa di simile anche per il cambio a tre marce, sostituto con uno a quattro e per la carrozzeria la cui porta d’accesso sul musetto è rimpiazzata da due porte ai lati poco dopo la presentazione. Bisogna fare i conti anche con la mancanza di presse, perciò le lamiere della carrozzeria sono formate manualmente e sono piegate a caldo nelle curve strette dei montanti. Mancano anche le saldatrici, perciò i pannelli del muso sono imbullonati fra loro e poi al pianale, come quelli della coda e su di essi infine è imbullonato il padiglione.

 

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Uno dei primi esemplari costruiti nel 1955. La guarnizione di gomma fra il padiglione e la parte sottostante rivela che le parti sono imbullonate. Si notano inoltre le prese d’aria posteriori con le griglie della Volkswagen, i grandi copri-cerchi e il tergi in alto.

 L'articolo completo è su epocAuto di LUGLIO

 

 

 

 

 

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