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L'imponente massa della moto è ingentilita dalla linea bassa e dai colori chiari

Moto Guzzi V7 Special
Orgoglio italiano

Su epocAuto di luglio - a firma di Mauro Preti

È stata la svolta, il prodotto giusto al momento giusto, quello che prima ha rimesso in carreggiata la Moto Guzzi poi ha dato inizio ad una stirpe di motociclette che ne esibisce ancora i caratteri peculiari, il motore bicilindrico a V di 90° trasversale con trasmissione ad albero.
Andando a cercare le origini del progetto si sente di tutto, un mix di leggende e verità, a volte fuorvianti, un mosaico le cui tessere viste nella giusta luce fanno apparire nitido il disegno generale. Vale la pena di fare un riassunto di queste voci che da sempre circondano il progetto, avvolgendolo di segreti aziendali, mezze verità ed un pizzico di mistero attraverso le testimonianze giunte sino a noi.
Prima leggenda a circolare è quella della derivazione dal Mulo Meccanico 3X3, al fine di smaltirne le scorte, il 3x3 è una carretta da sentiero di montagna, pensato per soddisfare una richiesta delle Forze Armate e truppe Alpine in particolare, abbozzato da Antonio Micucci (il padre del Guzzino) già nel 1951; è mosso da un motore a V di 90° con due alberi a cammes nel basamento, raffreddamento forzato un solo carburatore, carter secco con doppia pompa olio e valvole parallele testa con camere a tetto. Il lungo sviluppo definitivo porta alla realizzazione, nel 1957, di uno specialissimo motocarro da mulattiera, con portata di 500 kg dotato di una trasmissione che, tramite un complesso sistema di rinvii ad ingranaggi e coppie coniche, trasmette il moto anche alla ruota anteriore. Riunisce caratteristiche mai viste tutte insieme sullo stesso veicolo, come carreggiata variabile anche in movimento, la possibilità di tenere in piano il cassone, anche su sentieri in forte pendenza laterale, variando l’altezza delle sospensioni sui due lati, oltre a poter montare cingoli, la pendenza superabile è superiore a quella del ribaltamento. Avrà una lunga gestazione, sarà infatti costruito ad iniziare dal 1961 in poco più di 200 esemplari, sarà poco apprezzato nei reparti di destinazione e dall'amministrazione pubblica, perché delicato, fiacco (20 HP), incline al ribaltamento laterale e molto costoso...

 

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Non è il suo ambiente naturale, ma al momento del servizio tutti i giovani crossisti erano affascinati e facevano il tifo per lei.

 L'articolo completo è su epocAuto di LUGLIO

 

 

 

 

 

 

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