x 
Carrello vuoto

2008 4fulvia

Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport 1929 di Maurizio Tabucchi

di Maurizio Tabucchi, pubblicato su epocAuto 12-2008

 

E’ come per gli archeologi la scoperta della tomba etrusca inviolata, per i cultori d’arte il capolavoro di pittura rinascimentale nascosto sotto la crosta dell’800. E per gli appassionati di auto d’epoca, più in particolare di Alfa Romeo, può rappresentare un vero turbamento trovarsi di fronte ad una 6C 1750 Super Sport del 1929, integra all’inverosimile e completa in tutti i suoi particolari, venuta sorprendentemente alla luce qualche tempo fa. Qualcuno immaginava che potesse accadere? Sicuramente no. Quali sono i ritrovamenti degli ultimi anni? Molti, certamente, ma hanno riguardato vetture di non elevatissimo rango e nemmeno così anziane, vetture che tuttavia emanano un fascino particolare quando ancora si riesce a ricondurle ad uno stato decoroso, senza procedere al restauro radicale. E poi questa Alfa è del 1929, ha quasi ottant’anni. Come può un’automobile attraversare tutto questo tempo senza perdere nulla della propria integrità? E a restauro terminato, in esclusiva per epocAuto, l’abbiamo esaminata nei minimi dettagli. La vernice era malmessa, al limite della recuperabilità, ma un minuzioso lavoro svolto dalla ditta Dimar di Monte San Savino, presso Arezzo, ormai specializzata in questo tipo di “salvataggi” - il cui approccio può de_ nirsi di carattere prettamente scienti_ co - ha fatto il miracolo. Qualcuno ha storto il naso; la verniciatura non è “bella”, sicuramente le riparazioni sono visibili, le pecche estetiche sono rilevanti, ma ciò che si è riusciti a conservare proviene direttamente dal 1929.

2008 12 ar 1

Trovate un colore alla nitrocellulosa di ottant’anni fa, sia pure malridotto, trovate l’autentica tela di una capote di quel periodo con il relativo copricapote, trovate una completa selleria in condizioni quasi perfette. Quale testimonianza è più convincente? Cos’altro c’è in giro per poter certi_ care che la 6C 1750 Super Sport del 1929, carrozzata da Zagato, era esattamente così? E’ naturale che la vettura di questo servizio sopravvivrà a coloro che oggi se ne interessano e anche a chi se ne occuperà domani. E se un giorno _ nisse per deteriorarsi ulteriormente e si rendesse impresentabile, si sarebbe sempre in tempo a restaurarla. Ma intanto godiamocela come mamma l’ha fatta ….o quasi! Si è trattato di un esperimento che poteva non sortire l’e_ etto sperato. L’intento era anche quello di dimostrare che una vettura storica può tornare ad essere presentabile, a dispetto delle sue fatiscenti condizioni esteriori, evitando però di sottoporla ad un restauro radicale: in che modo? Attraverso un estenuante intervento di restauro conservativo, anche quando apparentemente ciò era parso quasi impossibile. E’ naturale che nessuno restaura radicalmente una vettura storica ben conservata, ma purtroppo le tentazioni sono molte: qualcuno non tollera i vecchi interni che odorano di mu_ a; altri non ammettono di presentare ad un raduno una vettura dall’estetica non perfetta. E tutto ciò porta, e ha portato nel tempo, a misfatti che bisognerebbe de_ nire veri insulti alla storia dell’automobile. Quante irripetibili testimonianze sono state cancellate da restauri che potevano essere evitati sottoponendo la vettura ad un intervento di tipo conservativo, ponendo anche in atto tutti quegli accorgimenti tesi a ritardare il normale degrado dovuto al trascorrere del tempo. La storia di quest’Alfa Romeo ha dell’inverosimile; il miracolo è avvenuto perché è rimasta come ibernata per tutto questo tempo, addormentata in un garage di Parigi. La sua vita l’aveva comunque vissuta; alcuni brutti rifacimenti sono stati eliminati, non eccedendo nella _ nitura, innanzi tutto per non rompere l’equilibrio che si era creato, in secondo luogo per limitare l’intervento, ed in_ ne anche per non cancellarne la traccia: si trattava infatti di particolari ripara6 - N. 12 - 2008 zione effettuate con l’approssimativa tecnica dell’epoca. E anch’esse rappresentano un documento. La vettura era nota e la richiesta anche, non proprio un prezzo da saldo! Ma quando ci si trova di fronte ad un sogno del genere, il denaro non ha più valore, sempre che, ovviamente, se ne disponga in quantità; e la privacy del noto collezionista toscano ci obbliga a mantenere il segreto. Ma questa macchina ha qualcosa in più. Pensate, è quasi identica a quella che trionfò alla Mille Miglia del 1929. Da nemmeno dieci anni Ugo Zagato si era messo in proprio; aveva abbandonato l’azienda aeronautica Pomilio di Torino, la storica fabbrica autrice del biplano SVA 5 con cui, il 9 agosto 1918, Gabriele d’Annunzio aveva compiuto il leggendario volo su Vienna. E l’esperienza aeronautica a Zagato era servita eccome! Oltre alle magnifiche Alfa Romeo R.L. Super Sport e R.M., aveva conseguito due autentici successi: due Alfa Romeo dotate delle sue leggerissime carrozzerie (d’ispirazione aeronautica, appunto), realizzate con l’esile struttura in acciaio ricoperta da una sottile lamiera di alluminio, avevano dominato le edizioni 1928 e 1929 della 1000 Miglia. La prima a trionfare era stata la 6C 1500 Mille Miglia Speciale guidata da Giuseppe Campari e Giulio Ramponi, la seconda, la 6C 1750 Super Sport quasi identica alla vettura di questo servizio, aveva primeggiato l’anno successivo ancora con gli stessi piloti. Quale maggiore credenziale può vantare quest’Alfa Romeo? Il restauro effettuato dalla Dimar ha previsto il distacco completo della carrozzeria dall’autotelaio; si è provveduto alla pulizia del telaio e degli organi meccanici, ripristinando quelli deteriorati dalla lunga inattività, senza però eliminare la patina, proprio per mantenere l’originaria colorazione “grigio officina”, consunta quanto si vuole, ma autentica. Durante il delicato lavoro di restauro della vernice esterna, mediante numerosissimi piccoli rifacimenti a pennello con colore dello stesso tipo, e soprattutto di identica tonalità, è stato trattato il cuoio della selleria, ormai secco e indurito, ammorbidendolo con speciali prodotti che restituiscono le originarie caratteristiche di cedevolezza e resistenza all’uso. La tela della capote è stata revisionata, da un esperto tappezziere, con l’imperativo di evitare ogni sostituzione. Per la meccanica non si è ceduto alla tentazione di sottoporla a qualsiasi trattamento (sabbiatura, nichelatura, ecc.) che avrebbe irrimediabilmente alterato l’equilibrio estetico complessivo. La fase finale ha poi previsto il rimontaggio della carrozzeria sull’autotelaio e il completamento generale. E se i musulmani vanno alla Mecca e i cattolici alla tomba di Padre Pio, per gli appassionati di Alfa Romeo storiche e di vetture conservate in genere, un “pellegrinaggio” al garage della 6C 1750 Super Sport meriterebbe certamente anche un lungo viaggio. Ma, per il momento, epocAuto non vi può svelare dove si trova.

2008 9zeccoli

 

L'articolo è stato pubblicato sul numero 12/2008 di epocauto

 

 

 

 

 

Non hai ancora un account? Registrati ora!

Accedi al tuo account