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Austin A40 e A70
Nei listini inglesi di fine 1949 la Devon è offerta a 392 £ (395 se dotata, come qui, del tetto apribile in metallo) al netto della gravosa tassa di possesso esistente all’epoca. Con un passo di 235 cm, carreggiate di 123 cm davanti e 126 dietro, la Devon è lunga 388 cm, larga 155, alta 162. Notare lo stemma sul cofano motore, la “Flying A” adottata poco tempo prima.
Austin A40 e A70
RIVOLUZIONARIE IN INCOGNITO
A guardarle sembra strano, ma le Austin A40 e A70 prodotte fra il 1947 e il 1954 hanno scritto alcune delle più significative pagine di storia dell’automobile di tutti i tempi.
Su epocAuto di ottobre - a firma di Matteo Giacon
Non inganni il loro aspetto: le Austin A40 Devon e Somerset hanno segnato i destini dell’industria automobilistica mondiale ben più di quel che le loro paffute sembianze fanno pensare. Le A40 sono le più note fra le cosiddette Austin Counties (chiamate così in quanto portano i nomi di note contee inglesi, e al cui novero appartengono pure le A70 Hereford e Hampshire) perché non solo hanno fatto affluire fiumi di sterline a Longbridge negli anni del secondo dopoguerra, ma hanno anche contribuito a far scoprire agli americani i pregi delle auto d’importazione e nel contempo a compiere un prodigioso balzo tecnologico ad una nota fabbrica giapponese, dando il via in entrambi i casi a delle autentiche rivoluzioni. E pensare che le A40 sono tutto tranne che rivoluzionarie, a partire dal loro telaio a longheroni, adottato al posto di quello a piattaforma delle precedenti Austin 8 e 10 HP. Più che il telaio, che peraltro agevola il montaggio di carrozzerie speciali prodotte nei paesi cui sono destinati i kit CKD (come le tourer e gli ute in Australia), di interessante c’è il motore a valvole in testa (un 4 cilindri da 1200 cc a corsa lunga e 3 supporti di banco) e la sospensione anteriore a ruote indipendenti. La linea di queste Austin interpreta con gusto british i canoni americani degli anni Quaranta, cosa criticata all’epoca da più di qualcuno ma che piace a sufficienza al pubblico, incluso quello straniero...
L'articolo completo è su epocAuto di OTTOBRE