Panhard CD - su epocAuto di dicembre

La vettura del servizio, perfettamente restaurata, appartiene a Giuseppe e Claudio Sassi, del Club Italiano Panhard.

Panhard CD 1963-65

DALLA PISTA ALLA STRADA

Su epocAuto di dicembre - a firma di Maurizio Schifano

Parigi, Avenue d’Ivry, sede della Panhard, 30 ottobre 1961; in un incontro fra i vertici della Casa francese, Charles Deutsch e René Bonnet viene definito il programma agonistico per il 1962. Ma che ruolo hanno in proposito questi ultimi? Per capirlo, occorre fare un passo indietro, precisamente alla fine degli anni ‘40, quando, sempre a Parigi, era stata costituita la Automobiles Deutsch & Bonnet, con la quale i due tecnici appassionati delle corse, divenuti poi anche piloti e progettisti, ufficializzavano la costruzione di vetture leggere sportive e da competizione, iniziata già nel 1937. Dopo un primo periodo in cui queste vetture, marcate DB, avevano adottato esclusivamente meccaniche Citroën, essi avevano stretto un accordo con la Panhard, che negli anni più fruttuosi, fra il 1953 e il 1961, aveva portato allo sviluppo di una barchetta e di una berlinetta denominata HBR5, vittoriose sui circuiti di tutto il mondo, anche Oltreoceano. Alla fine del 1961 però, a causa dei loro rapporti sempre più tesi, la collaborazione fra Deutsch e Bonnet si conclude bruscamente. Charles Deutsch è un convinto promotore della meccanica Panhard, perciò è a lui che la Casa di Avenue d’Ivry commissiona il progetto di una vettura per la 24 Ore di Le Mans del 1962, che, basata sui disegni di un’ipotetica e mai nata DB HBR6, già da tempo pronti nel suo cassetto, sarà proprio la Panhard CD, inizialmente denominata CD-Dyna (la sigla sta ovviamente per Charles Deutsch). Il benestare all’avvio dei lavori da parte della Casa francese arriva alla fine di gennaio del 1962...

Apertura “a conchiglia” del cofano motore, come quella della berlina PL17 (foto di Claudio Sassi).

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