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Le SE 027 fotografata nel 2015 quando è stata venduta per 168.000 Sterline all’Asta RM di Londra il 7 settembre. Si tratta del primo esemplare che è magnificamente conservato, avendo percorso i soli chilometri del test.

L'ULTIMA SPORT DI CARLO ABARTH

Fiat Abarth 2000 tipo SE 027

Su epocAuto di dicembre - a firma di Elvio Deganello

Nel 1974 il “Mago” partecipa alla costruzione di una biposto con il telaio semi-monoscocca, il motore evoluto dal noto 4 cilindri 2000 e la carrozzeria di Pininfarina. A dispetto dei collaudi soddisfacenti, il progetto é abbandonato.

La Fiat Abarth 2000 Tipo SE 027 rappresenta l’ultimo colpo di coda di Carlo Abarth sul fronte delle vetture della categoria Sport. Il progetto parte nel 1973 quando il marchio dello Scorpione e tutte le attività dell’azienda sono completamente in mano della Fiat. Infatti, già alla fine del 1971 nei locali Abarth di Corso Marche 38 la grande Casa ha stabilito il proprio reparto corse e ne ha orientato l’attività ai rally liquidando a Enzo Osella tutto il materiale da corsa della precedente gestione. La 2000 Sport 037, che segna il ritorno dell’Abarth nella categoria Sport, rappresenta quindi un’anomalia che trova una spiegazione nel fatto che la Fiat non ha completamente estromesso Carlo Abarth dopo avere rilevato la sua azienda, ma gli ha riservato una carica di consulente. Per un po’ di tempo Abarth sta buono e tranquillo nella sua Vienna per seguire i lavori di edificazione della nuova residenza a tre piani sulla collina di Grinzing, poi nel 1973 torna a farsi vivo sempre più frequentemente a Torino pieno di voglia di agire. Grazie al briciolo di autorità che gli deriva dalla sua posizione di consulente e soprattutto grazie all’immutato carisma, avvia dunque il progetto SE 027 affidandone la parte meccanica all’ing. Mario Colucci. Il suo storico collaboratore per prima cosa fissa le misure di massima con le carreggiate larghe (1325 mm l’anteriore, 1405 mm la posteriore) e il passo di 2300 mm, valore mai raggiunto nelle precedenti Sport dello Scorpione, che raramente superano il passo di 2100 mm...

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Sotto il “cupolone” c’è l'ultima evoluzione del motore Abarth Tipo 236 che sviluppa 280 Cv a 9.000 giri/minuto con quattro cilindri, 16 valvole, il carter secco, la doppia accensione e alimentazione a iniezione Lucas.

 

L'articolo completo è su epocAuto di DICEMBRE

 

 

 

 

 

 

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