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Jowett Javelin, questo è uno dei primi modelli (1948). Ha fari piccoli e la griglia del radiatore più fine.

JOWETT JAVELIN

UN GIAVELLOTTO CHE NON ANDO' LONTANO

Su epocAuto di marzo - a firma di Marco Batazzi

La Jowett Javelin (giavellotto, in inglese) aveva tutti i requisiti per sfondare se non a livello planetario, almeno a livello del Commonwealth, ma la sua corsa si arrestò presto e portò con sé la fine del marchio senza arrivare a festeggiare i cinquant’anni di attività.
I fratelli Benjamin e William Jowett, insieme ad Arthur Lamb avevano iniziato a produrre biciclette nel 1901 a Bradford, nello Yorkshire. Dopo tre anni l’attività si estese a dei motori a benzina che la Jowett Motor Manufacturing Company vendeva come generatori stazionari o forniva a piccoli produttori di automobili. La bontà del loro prodotto li spinse a pensare di produrre essi stessi automobili complete. La prima terminarono nel 1906. Si trattava di una light car, che rientrava in questa categoria allora espressamente prevista in Inghilterra per le auto con meno di 1,5 litri di cilindrata, e che potremmo definire “vetturette”. A differenza di altre era stata espressamente concepita come “light car”: in particolare motore e cambio erano in alluminio proprio per tener conto della leggerezza, con il motore a due cilindri contrapposti di 816 cc, 6,4 cavalli e struttura molto robusta per l’epoca. Tuttavia la produzione restò di tipo confidenziale, come direbbero i francesi, cioè in numeri piuttosto esigui fino alla Prima Guerra Mondiale.
Dopo la Guerra la produzione si spostò nel nuovo stabilimento di Idle, dove la Jowett si concentrò nella produzione della Seven, ancora una piccola auto col motore bicilindrico, che subì svariati aumenti di cilindrata e di potenza col passare del tempo. La grossa novità del 1921 fu un furgoncino che venne accolto molto bene da stampa e pubblico: si trattava di qualcosa di economico e affidabile che fu molto apprezzato dai piccoli commercianti e prodotto in un buon numero di esemplari.
Beninteso, con 500-800 dipendenti non si costruivano molte automobili: alla fine degli anni Trenta arrivare a 3.500 esemplari in un anno era considerata una buona annata, tenuto conto che oltre alle auto la Jowett fabbricava anche motori fissi, componenti di aerei e altri macchinari...

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Due Javelin De-Luxe e, in prima posizione una Javelin Standard, con la targa quadrata montata sul cofano posteriore, la De-Luxe rossa è stata modificata montando le luci posteriori di una Morris Minor. Le vetture sono state fotogratate ad un raduno nello Yorkshire.

 

 L'articolo completo è su epocAuto di MARZO

 

 

 

 

 

 

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