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SUZUKI GT 380

ELEGANZA, CONFORT E LA GIUSTA GRINTA

Testo e foto di Maurizio Schifano

Una vera granturismo, come d’altronde promette e mantiene la sigla. Questa è la Suzuki GT380, l’unica moto al mondo a dichiarare quella strana cilindrata, che in realtà non è neanche tale, ma che in fondo le porterà fortuna. Se non altro perché molti, qui in Italia, la ricorderanno per sempre come “la tre e ottanta”. Presentata al Salone di Tokyo del 1971, questa interessante “media” propone la configurazione motoristica tre cilindri in linea due tempi, vantaggiosa sotto diversi punti di vista, che rimarrà tipica delle moto giapponesi e che per quelle stradali è già divenuta “mitica”, grazie all’adozione sulla straordinaria Kawasaki 500 H1 Mach III, presentata tre anni prima. Una configurazione che la Kawasaki sta già declinando in varie cilindrate e che la stessa Suzuki ha già scelto per la sua ammiraglia GT750, presentata a Tokyo nel 1970 e valorizzata dall’esclusivo raffreddamento ad acqua. Il motore della GT380 ha un normale raffreddamento ad aria, ma in quanto a “tecnologia” non è da meno, perché vanta ben tre soluzioni brevettate dalla Casa. La prima riguarda proprio il raffreddamento, agevolato da un bel convogliatore in lamiera di alluminio che avvolge le teste, col compito di incanalare il flusso d’aria soprattutto verso il cilindro centrale, quello in teoria più soggetto a surriscaldarsi; una soluzione valida anche sul piano estetico, che la Suzuki definisce pomposamente “Ram Air System”. Il secondo brevetto riguarda la lubrificazione, un punto critico per i motori a 2 tempi, per la quale la Suzuki, sulla GT380, ma anche sulle sorelle maggiori GT550 (1972-77) e GT750 (1971-78), adotta una soluzione particolarmente efficace...

 Articolo completo (con 18 foto e dati tecnici) su epocAuto di aprile.

 

 

 

 

 

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