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La Triumph TR2 telaio # TS 1642 del 1954 appartiene alla serie detta “long door” (porte lunghe) che va dal telaio # TS 1 al telaio # TS 4000. Le prime 530 hanno i cofani d’alluminio, dal telaio # 1869, vale a dire un mese dopo l’esemplare raffigurato, la sezione dei cerchi è aumentata da 4J a 4 ½ J.

TRIUMPH TR2 E TR3

DURE E PURE

Le Triumph TR2 e TR3 hanno un fascino semplice e rude che piace. Il modello nasce nel 1953 e con poche modifiche arriva fino agli anni Sessanta. L’esemplare di Marcello Mastroianni nel film “La dolce vita” lancia le Triumph in Italia

di Elvio Deganello

L’attore Marcello Mastroianni nel film “La dolce vita” guida una Triumph TR3, un’auto con un fascino intenso e maschile, perfetto per il reporter play boy che egli interpreta. La storia del modello però inizia da un prototipo che è uno sdolcinato tripudio di lamiere gonfie e accessori inutili, doveva chiamarsi Bullet (proiettile), ma i maligni la ribattezzano Tin Meringue (Meringa di latta). È tutta da rifare e John Black, capo della Triumph, per risparmiare ed evitare forme troppo elaborate, vieta di usare pannelli di lamiera a doppia curvatura. Il secondo prototipo, denominato 20 TS, è un capolavoro di semplicità, forse troppo, perché la coda è breve e ha la stravaganza del tappo di rifornimento al centro della ruota di scorta, inoltre il telaio derivato Standard Nine flette troppo. Il lavoretto estetico è eseguito dallo stilista di casa Walter Belgrove che mette la ruota di scorta orizzontale e sopra ci disegna il bagagliaio, così la coda d’incanto diventa equilibrata. Alla meccanica ci pensa Ken Richardson, valido tecnico della BRM che, dopo un occasionale giretto nel giorno della presentazione, critica ferocemente 20TS: “È la peggiore trappola che io abbia mai guidato” - dice al gran capo della Triumph - “È facile criticare” – replica Black – “la metta a posto lei”, poi senza indugio lo assume e gli affida l’incarico. Richardson prepara un nuovo telaio con elementi quadri rinforzati da una X, poi lavora sui carburatori, sull’accensione e sull’albero a camme per ottenere 90 CV del quattro cilindri che è parente stretto di quello del trattore Ferguson T20 e della berlina Standard Vanguard. Il motore potenziato va bene ma brucia la guarnizione della testa. Ken ne prova di tutti i tipi. Alla fine scopre che è colpa dei prigionieri corti: li allunga, la testa resta ferma e la guarnizione resta integra. Così la roadster debutta al Salone di Ginevra del 1953 con l’estetica equilibrata, la meccanica affidabile e un nome facile da ricordare: TR2. Costa 787 Sterline, poco più di una MG TD (752 £), meno di una Morgan 4 (802 £) e la metà di una Jaguar XK 120 (1602 £)....

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La TR3 telaio # TS 14967 mostra la principale novità estetica del modello: la calandra avanzata con la griglia a grandi maglie. La novità più importante è il motore che mette a frutto le esperienze maturate con le vetture che hanno partecipato alla 24 Ore di Le Mans. I cerchi grigi di questo esemplare sono uno dei frequentissimi errori di restauro.

 

Articolo completo su epocAuto di Luglio/Agosto

 

 

 

 

 

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