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La sollecitazione di un nostro affezionato lettore ci permette di dare un rapido sguardo alla produzione Sunbeam-Talbot del decennio 1946 – 1955. In foto la MKII Drophead coupè del nostro lettore.

SUNBEAM-TALBOT 90

MONTE CARLO 1955: VENI, VIDI, VICI!

di Giuliano Silli

La Sunbeam-Talbot 90 è stata un’automobile che, giunta al suo terzo aggiornamento tecnico-stilistico (1954), fu ribattezzata semplicemente Sunbeam Mk III. Il nome Talbot fu archiviato, e grazie alla vittoria ottenuta al Rallye di Monte Carlo del 1955, Sunbeam divenne l’equivalente di un ritrovato spirito sportivo. Esso avrebbe rinverdito i fasti del passato (le vetture da Gran Premio e da Record di Louis Coatalen) e nel contempo avrebbe dato al gruppo Rootes l’opportunità di giustificare pienamente l’acquisto del marchio Sunbeam, avvenuto vent’anni prima.
Nel gennaio del 1935, in seguito alla liquidazione del gruppo STD (Sunbeam Talbot Darracq), i fratelli Rootes - già proprietari di Hillman e Humber - si affrettarono ad acquistare la Talbot che, oltre al buon nome dovuto alla qualità delle sue vetture, portava in eredità anche Georges Roesch, il famoso tecnico che le aveva progettate; sei mesi più tardi, essi rilevarono anche il marchio Sunbeam, finanziariamente ridotto in condizioni peggiori. Lo scopo dei Rootes era di dare alla loro produzione quelle “caratteristiche immateriali” che indubbiamente mancavano sia a Hillman, che offriva una gamma di vetture medie meccanicamente ortodosse, sia a Humber, che si rivolgeva a una clientela di rango superiore offrendo, però, la stessa ortodossia tecnica. Una pura operazione d’immagine, quindi. Difatti, il nome Sunbeam venne momentaneamente accantonato, mentre la gamma Talbot, sebbene di ottima fattura, si sarebbe rivelata abbastanza costosa da produrre, secondo le intenzioni dei nuovi proprietari, i quali preferirono puntare sui grandi numeri piuttosto che assegnare a ciascuno dei quattro marchi a loro disposizione un’identità ben precisa. Tale indirizzo produttivo fu evidente nel momento in cui l’ultima vettura progettata da Roesch e presentata al Salone di Londra del ‘36, la 8 cilindri Thirty di 4,5 litri, fu subito bloccata: la prudenza rispetto all’indiscutibile ma dispendiosa visione tecnica di Roesch indusse i Titolari ad abbandonare il modello...

 

 

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Una Sunbeam Mk III DHC al giorno d’oggi. Si vede chiaramente che il ridisegno delle piccole prese d’aria è funzionale alla copertura di quelle già esistenti sin dalle precedenti versioni.
Volante sportivo, strumentazione completa, contagiri opzionale e autoradio ne facevano un ottimo esempio di vettura media di classe.

 

Articolo completo su epocAuto di Novembre

 

 

 

 

 

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