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 La Renault 5 Alpine Turbo di Alessandro Pasini, che ci è stata gentilmente messa a disposizione per questo servizio.
Lo scudo paraurti anteriore maggiorato è l’unico elemento strutturale che distingue la Alpine dalle R5 “normali”.

RENAULT 5 TURBO

5 COME CINQUANTA

di Giuliano Silli

Ricordiamo i 50 anni della Renault 5 attraverso le sue versioni di punta: Alpine Turbo e GT Turbo.

senza ombra di dubbio la R5 è stata uno dei maggiori successi Renault del Dopoguerra. Affermazione che andrebbe subito a scontrarsi con gli estimatori della Renault 4, prodotta per oltre trent’anni e ancor oggi sinonimo di massima praticità nella massima economicità. Ma era il 1961, e la Casa francese, di proprietà statale sin dal 1945, non poteva che perseverare nell’intestarsi il diritto di precedenza nella produzione dell’Auto per Tutti … nonostante la Citroën 2CV!
Il successo che ne seguì fu dovuto alla grande versatilità di un modello le cui priorità non prevedevano attributi come “piacevole” o addirittura “bella”. Al massimo “simpatica”, aggettivo che sottintende qualità invisibili riassunte, nel caso della R4, nella trazione anteriore. Un fatto apparentemente isolato, quindi, se si pensa che la successiva vettura con le ruote motrici anteriori andò in produzione solo quattro anni dopo (Renault 16, 1965). Nel frattempo, le nipotine di 4CV (1946) e Dauphine (1956) continuavano la vecchia scuola “tutto dietro”: R8 e R10 videro la luce in quella stessa prima metà degli anni ’60. Ma la trazione anteriore di Casa Renault – sebbene a piccoli passi (R6, 1968 – R12, 1969 – R15/17, 1971) – avrebbe finalmente trovato la sua migliore espressione proprio nella Renault 5, la cui stagione sarebbe durata per oltre vent’anni, a partire appunto dal 1972. Un modello la cui importanza era ben chiara alla dirigenza francese, tanto da assegnarle, prescindendo dai cavalli fiscali, il numero 5, naturale evoluzione della 4 di cui non prendeva il posto ma il concetto, più allargato: non solo pratica ma anche dinamica vettura da città, con un target giovane; o più semplicemente seconda macchina, dato che i tempi permettevano di generalizzarne il possesso. La R5 era tutto questo, ma col tempo sarebbe diventata anche qualcos’altro, soprattutto per il nostro Paese, dove le piccole Abarth o Giannini non avrebbero visto eredi: dalla seconda metà degli anni Settanta, gli “orfani” di queste vetture sarebbero tornati a sorridere...

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Questa edizione limitata, che non porta una designazione particolare, celebra la vittoria di Alain Oreille e Gilles Thimonier nel FIA Production Car Drivers' Cup nel World Rally Championship 1989; é stata commercializzata anche in Gran Bretagna con il nome "Raider". Derivata dalla GT Turbo 120 CV, la “Alain Oreille” adotta una verniciatura codificata come blu metallizzato 449, che si trova anche sullo scudo paraurti e sui copricerchi in lega.


 

Articolo completo su epocAuto di DICEMBRE

 

 

 

 

 

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