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Fiat Barchetta - su epocAuto di dicembre
Sulla bella spider torinese abbondano le citazioni: dai fari anteriori carenati al coperchio capote in tinta, entrambi già visti sulla 850 Sport Spider, ai cerchi in lamiera stampata senza copertura in plastica, alla nervatura sulla fiancata che rimanda nientemeno che alla Ferrari 166 MM del 1948, modello per il quale è nata la definizione di “barchetta” poi diffusosi tra le piccole sportive da competizione. Il colore arancio di questo esemplare è quello usato da Fiat per le presentazioni ufficiali.
FIAT BARCHETTA
YOUNGTIMER ALLA RISCOSSA
di Michele Di Mauro
Tra le youngtimer italiane più amate e popolari, non solo per il prezzo accessibile, un posto d’onore spetta di diritto alla Fiat Barchetta, vettura rappresentativa dell’ultimo vero sussulto creativo in casa Fiat. Brillante, dinamica, colorata, la spider torinese è un autentico inno alla gioia di vivere e, soprattutto, di guidare.
Autentica instant classic e icona, assieme alla grintosa Coupé e all’anticonformista Multipla, dell’ultimo periodo “coraggioso” di casa Fiat, la Barchetta rappresenta il capitolo finale di una lunga storia di vetture scoperte di successo, iniziato negli anni cinquanta con la 1100 TV Trasformabile e proseguito nel tempo con la serie 1200/1500 Pininfarina, le Sport Spider su base 850 (Bertone) e 124 (ancora Pininfarina, che ne diventa poi produttore in proprio), e vere e proprie concept di serie come la X1/9, ancora di Bertone come in seguito la Punto Cabrio.
Lavoro a più mani
Per la Barchetta si cambia formula: la linea è opera del Centro Stile interno e porta la firma del designer greco Andreas Zapatinas, che riesce a mescolare sapientemente forme moderne e richiami al passato. E che passato! Lo stilista si ispira infatti alla prestigiosa Ferrari 166 MM, la vettura per la quale viene coniato per la prima volta il soprannome di “barchetta”, che la leggenda attribuisce a Gianni Agnelli, tra i primi proprietari della insolita vettura scoperta, in occasione della presentazione della vettura al Salone dell’Automobile di Torino del 1948. Il tratto più evidente ripreso dalla sportiva di Maranello sulla nuova Fiat è la nervatura a onda che adorna la fiancata, ma non mancano altri rimandi classici, come il taglio del cofano motore o le maniglie porta a bacchetta, che non si vedevano da almeno cinquant’anni. Il lavoro di Zapatinas, piacevole ed equilibrato, ha la meglio sulla concorrenza interna di Chris Bangle, già autore della Coupé, della quale riprende alcuni elementi stilistici per la sua proposta.
Zapatinas però non riesce a portare a termine il lavoro fino al lancio: nel 1993 passa infatti alla direzione del Centro Stile Alfa Romeo, e il progetto 183 (codice interno della Barchetta) viene finalizzato da Alessandro Cavazza, autore anche della revisione finale degli interni, sulla base del lavoro fatto da Peter Davis e Giuseppe Bertolusso.
La vettura definitiva viene svelata alla fine di febbraio del 1995 durante la presentazione ufficiale alla stampa sul circuito di Jerez de la Frontera, in Spagna. Un evento in grande stile della durata di ben due settimane, che anticipa in debutto al pubblico di marzo al Salone dell’Auto di Ginevra e l’arrivo nelle concessionarie all’inizio di aprile...
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