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Le viste laterali della Lambretta B evidenziano la semplicità della ciclistica. Sotto Il ribaltamento delle selle che dà accesso a bauletto e serbatoio. Il disegno tecnico della Innocenti Lambretta I 125 datato 22 agosto 1945.

INNOCENTI LAMBRETTA 125 B

BUONA LA SECONDA

di Mauro Preti

Sono le 20,35 è l’ora della Lambretta” questo messaggio pubblicitario, martellante e quasi enigmatico, passò per molti mesi, nel 1947, sui due programmi nazionali della Rai dopo i notiziari, un evento inusuale nel nostro Paese non abituato al sistema USA di stimolare i bisogni per creare i consumatori. Siamo nel periodo di dominio della Piaggio che dalla metà del 1946 delizia gli italiani con la Vespa 98, ma il messaggio pubblicitario suscita in ogni modo curiosità e attesa negli aspiranti scooteristi.
Anche l’industriale metalmeccanico Ferdinando Innocenti, nel 1944, sente la necessità di riconvertire gli impianti alla fine del conflitto e cerca di interpretare i bisogni della popolazione e come soddisfarli con gli impianti di cui dispone. La risposta cui giunge è che la ricostruzione richiederà di spostare persone e merci in tutto il territorio nazionale e un mezzo a due ruote essenziale, che funga anche da base per un eventuale piccolo motocarro, diventa l’obiettivo della Innocenti. Ispirandosi al Cushman C32, uno scooter semplice ma efficiente impiegato a terra da piloti Alleati, Innocenti si fa l’idea di cosa intende realizzare e nei suoi uffici di Roma fa tracciare i primi disegni mentre Milano è ancora occupata dai Tedeschi. Il primo prototipo ha forme che non soddisfano il committente, ha invece successo il progetto dell’Ing. Pierluigi Torre, entrato nel team nel 1946; che prevede il minimo impiego di attrezzature nel robusto telaio realizzato con lamiera scatolata e tubi trafilati di produzione Innocenti, ha le ruote da 7 pollici con cerchi scomponibili, la sospensione anteriore su tamponi di gomma tipo silent-block, veramente essenziale, e la posteriore rigida. Torre orienta gli studi del team che dirige verso una meccanica piuttosto raffinata e quindi costosa: il motore di 125 cc a due tempi a incrocio di correnti ha una gran profusione di coppie coniche per la trasmissione e il per il chick starter, poiché ruota su un piano parallelo alla ruota e ha la trasmissione a cardano. Il cambio a tre marce comandato da un pedale ha un’ulteriore coppia di ingranaggi conici per la trasmissione primaria; la frizione è multidisco in bagno d’olio. Tutta la meccanica è facilmente accessibile grazie anche al ribaltamento della struttura porta-selle che si ottiene allentando due soli bulloni. In pratica si può compiere qualsiasi operazione sul piccolo motore raffreddato ad aria con la stessa facilità delle motociclette perché è completamente esposto e non ha il convogliatore dell’aria...


 

Articolo completo su epocAuto di DICEMBRE

 

 

 

 

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