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Cizeta V16T su epocauto di luglio
La Cizeta Fenice TTJ Spyder vista di trequarti posteriore con la cappotta aperta. Per volontà di Claudio Zampolli il riparo dalle intemperie è una dotazione d’emergenza come un ombrello, perciò il meccanismo d’apertura è molto semplice e il tessuto impermeabile è leggero e poco esteso. La plancia ha il quadro con due soli strumenti, il tachimetro/contachilometri e il contagiri come le ultime coupé: "Agli americani non piace guardare gli indicatori" – diceva Claudio Zampolli.
CIZETA V16T - L'ultima romantica
Inizia quarant’anni fa la storia tormentata e affascinante di un uomo che realizza l’auto dei suoi sogni: la Cizeta V16T, estrema espressione dell’abilità dei geniali artigiani modenesi dell’automobile
Il fascino della Cizeta è racchiuso nel nome V16T che significa motore 16 cilindri a V trasversale. Negli anni Ottanta sembra un’impresa disperata far lavorare in perfetta armonia 16 pistoni, 16 bielle, 64 valvole, otto alberi a camme, due alberi motore, due pompe di iniezione e gli organi connessi. Chi riesce nell’impresa non è una blasonata Casa con un poderoso ufficio tecnico, ma un piccolo gruppo di uomini con pochi mezzi e molto ingegno. Il tenace ideatore dell’impresa è Claudio Zanpolli che alla metà degli anni Ottanta lascia il ruolo di collaudatore della Lamborghini e apre un’officina per l’assistenza alle “esotic-car” in Wilshire Boulevard a Los Angeles. Qui accarezza l’idea di costruire la “supercar” più esclusiva e più veloce del mondo. Le condizioni sono ideali: dopo l’astinenza seguita alla Guerra del Kippur, si riaprono i flussi del petrolio, tornano a scorrere i quattrini e si riaccende l’edonistico piacere di vivere. In quegli anni gli appassionati con buone disponibilità economiche fanno a gara per acquistare le più costose “supercar” in edizione limitata che le più celebri Case si affrettano a mettere sul mercato. È il momento giusto. Il primo pensiero di Zampolli è per il motore che deve essere eccezionale, superiore a qualunque altro. Sceglie dunque la spettacolare architettura con 16 cilindri a V. Realizza il prototipo e, per provarlo, taglia per il lungo e per il largo una Ferrari 308 che poi ricompone attorno all’inedito propulsore. Ottiene così un’auto pazzesca che ha anche lo scopo di farsi notare per attirare eventuali finanziatori. Alla fine Giorgio Moroder, pluripremiato musicista italo-americano, entra al 50 % nell’impresa, che a questo punto prende il nome Cizeta-Moroder. Claudio Zampolli apre allora una sede a Modena, il solo luogo al mondo dove può trovare le capacità tecniche per realizzare il suo progetto....
La V16T telaio # ZA9V16T00MMD38101 allestita per il sultano del Brunei vista con il cofano e i fari aperti mostra chiaramente che la parte terminale del padiglione posteriore non ha una reale utilità ma serve solo per ridurre l’impatto visivo della lunghissima coda. Nella posizione aperta i fari sciupano l’aerodinamica e l’estetica, ma all’epoca non erano disponibili i proiettori polielissoidali.
Articolo completo su epocAuto di LUGLIO AGOSTO 2023 a firma di Elvio Deganello
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