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UNA FRANCESINA UN PO' BIZZARRA

di Marco Chiari, su epocauto di novembre 2024


Ultima Citroën disegnata da Flaminio Bertoni, è caratterizzata da una linea molto particolare. Offre spazio e comodità da auto media con costi di gestione irrisori. Fondamentale per il successo commerciale l’apporto della più convenzionale versione Break.

«Non sarà né una piccola né una grande vettura, ma una piccola grande vettura, dai ridotti ingombri ma dalla grande abitabilità. Sarà sufficientemente briosa e veloce (oltre 100 km/h) ma con consumi irrisori. Sarà pratica senza che la sua eleganza ne debba essere sacrificata e infine sarà molto confortevole.» Con queste parole nel marzo 1961 l’ufficio stampa della Citroën presentava la sua nuova creazione che, nella sua evoluzione Ami 8, resterà in listino fino alla soglia degli anni ’80. In poche righe, la Casa ha descritto bene le caratteristiche, in parte contraddittorie, della sua piccola berlina: d’altronde la Casa francese si è sempre distinta per una comunicazione efficace, assieme a originalità, innovazione e confort. Dove invece gli uomini di Citroën erano assai meno bravi era nel far quadrare i conti, un problema che si è presentato più volte: dalla cessione alla Michelin del 1934 al salvataggio da parte di Peugeot nel 1974 passando per un tentativo di matrimonio con Fiat naufragato anche per il forte ostracismo del governo francese. D’altronde, se in listino si salta dalla 2 CV (definita dal direttore generale Boulanger “quattro ruote con un ombrello sopra”) a un’astronave come la DS (i cui costi di sviluppo hanno drenato milioni di franchi) senza un’auto intermedia il rischio di trovarsi a corto di risorse è molto concreto. E quando si deve sviluppare ex novo un modello con la cassa vuota il compromesso è dietro l’angolo; così l’Ami 6, che doveva essere più grande per colmare il vuoto tra l’utilitaria e l’ammiraglia dovette accontentarsi di pianale e meccanica della 2 CV. Anche perché, avendo assorbito la Panhard che già presidiava il mercato delle medie, bisognava evitare una lotta fratricida...

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IL CRUCCIO DI BERTONI. “Sembra un’auto che ha investito tre pedoni”: fu questo il commento di uno sconsolato Flaminio Bertoni quando vide il frontale definitivo dell’Ami 6 dopo le modifiche imposte dalla produzione prima e dalle necessità di omologazione poi. In effetti il risultato finale non è certo un capolavoro di armonia ma quanto a personalità non è secondo a nessuno. Come in tutte le Citroën del periodo nel frontale è ben visibile il foro per l’avviamento d’emergenza tramite manovella: in caso di bisogno si può utilizzare quella in dotazione al cric. Sotto una bellissima inquadratura della Citroën Ami 6.

 

 

 

 

 epocauto 5 2023

  

 

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