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ALFA ROMEO GIULIETTA SPIDER - epocauto aprile 2025

SEDUZIONE DI MASSA
di MARCO MEONI, su epocauto di aprile 2025
L’Alfa Romeo Giulietta Spider viene da un’epoca in cui un motore 1.3 bastava per fare la voce grossa, grazie a un telaio leggero e armonico come si addiceva alle auto fatte per guidare.
Oggi che siamo abituati alle carrozzerie progettate al computer o agli interni tecnologici, non possiamo che sentirci un po’ in soggezione davanti a un’auto di questo calibro, dalla linea tipica delle Alfa anni Sessanta, con la griglia cromata, lo stemma del Biscione e i fari tondi.
La nascita
Visto il successo immediato della Giulietta Sprint, la dirigenza Alfa Romeo ebbe quasi subito l’idea di lanciare una versione scoperta. Come per le prime Porsche anni Cinquanta, anche in questo caso fu la richiesta dell’importatore USA, la Hoffman Motor Car Inc. di New York, a dare il via alla produzione, commissionando 600 esemplari da destinare al mercato americano che viveva un forte slancio e un’alta richiesta delle convertibili. Il compito di disegnare la linea fu affidato sia a Pinin Farina che a Bertone in modo da lasciare agli americani la possibilità di scelta. I due prototipi tradirono immediatamente la personalità dei rispettivi designer, Franco Martinengo e Franco Scaglione. Più morbide le linee del primo, più spigolose quelle del secondo. Alla fine venne scelta la proposta di Pinin Farina, probabilmente influenzata dalla somiglianza con la recente magnifica Lancia Aurelia B24S anch’essa firmata dall’azienda di corso Trapani. Negli States divenne subito un successo. I primi prototipi erano caratterizzati da massicci paraurti all’americana, ridimensionati prima della messa in produzione in Europa dal direttore tecnico Rudolf Hruska che intuì le potenzialità dell’auto nonostante le difficoltà del dopoguerra...
La Giulietta del servizio è stata protagonista alla Summer Marathon 2024. Il percorso prevedeva numerosi passi delle nostre Alpi con sconfinamento in Svizzera: Colico, Passo Maloja, Saint Moritz e poi Passo Bernina, Livigno, Passo dello Stelvio per tre lunghe e bellissime giornate fino a San Pellegrino Terme per l'arrivo finale. Per la nostra Giulietta è filato tutto liscio, grazie anche a una sapiente organizzazione del tour che ha cadenzato saggiamente controlli a timbro e pause nel percorso.
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