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ATS 2500 BERLINETTA - La breve stagione del drago

Nel 1963 la ATS 2500 GT suscita entusiasmo per l’innovativo autotelaio con il motore centrale studiato da Carlo Chiti e per la bella linea disegnata da Franco Scaglione. Purtroppo i due più importanti finanziatori dell’impresa si ritirano e l’avventura finisce

Nel collezionismo la rarità è un pregio, specialmente per i modelli firmati dai grandi nomi dell’auto. Sotto quest’aspetto alle ATS 2500 non manca nulla: gli esemplari finiti in fabbrica sono 8 o 12 contando gli incompleti; il progetto è dell’ingegnere Carlo Chiti, il disegno è di Franco Scaglione e la carrozzeria è di Serafino Allemano. Di conseguenza le quotazioni sono molto elevate ed è elevato il costo delle riparazioni perché bisogna rifare i ricambi da zero. Possederne una significa avere accesso alle manifestazioni più importanti del mondo, come il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, dove lo scorso 22 maggio la 2500 GTS presentata da Donald Osborne ha riacceso l’attenzione sul marchio. La vicenda della ATS si esaurisce in poco più di un anno con le monoposto Tipo 100 che cercano gloria nella Formula 1 e le berlinette 2500 GT che cercano un posto fra le “supercar”. Entrambe hanno il telaio a reticolo di tubi, il motore centrale, le sospensioni con trapezi davanti e dietro e i freni posteriori entrobordo come le contemporanee Ferrari Formula 1. Infatti, Chiti è uscito dalla Ferrari il 25 ottobre 1961, licenziato per la solidarietà data a un collega contro le ingerenze della moglie del “Drake”. Dopo il fattaccio, trova subito lavoro perché il conte Giovanni Volpi di Misurata, proprietario della Scuderia Serenissima, l’imprenditore fiorentino Giorgio Billi e il magnate dello stagno Jaime Ortiz Patino decidono di costruire automobili. Allo scopo, l’11 febbraio 1962 fondano a Bologna la Serenissima Automobili Turismo Sport, ma la posa della prima pietra dello stabilimento a Pontecchio Marconi (BO) avviene solo il 15 luglio 1962..

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La 2500 GT telaio # 2003 esposta al Concorso d’Eleganza di Villa d'Este il 26 aprile 2008. Probabilmente si tratta dell’esemplare grigio a suo tempo esposto al Salone di Torino nell’ottobre 1963, che è giunto ai nostri giorni in un apprezzabile stato di conservazione. L'interno conservato mostra i comandi degli alzacristalli elettrici, una rarità per l’epoca. Rispetto all’esemplare esposto a Torino mancano il rivestimento della plancia di pelle in tinta con i sedili e la consolle centrale anch’essa rivestita di pelle chiara.

 

Articolo completo su epocAuto di DICEMBRE 2023 a firma di Elvio Deganello

 

 

 epocauto 5 2023

  

 

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