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Nel profilo laterale si riconosce la mano di Pininfarina, mentre il muso e i vari componenti, dai cerchi ai fari, donano quel pizzico di aggressività, che rende unica questa GT.

La MG approda alla GT

Tramontato il periodo delle spartane ed essenziali serie T sviluppate fino alla versione TF, celebrate in molti film come auto molto popolari tra i piloti della RAF e per questo nel dopoguerra diventate sinonimo di avventata spensieratezza, nel 1955 arriva la mitica MGA.
In quel frattempo sono cambiate molte cose, a partire in primo luogo della creazione di un gruppo, BMC (British Motor Company), che associa vari brand dell’industria inglese. In secondo luogo, e più in generale, soddisfatta l'esigenza del trasporto di massa inizia a esserci spazio anche per soluzioni più emotive, come l’open air di un moderno spider. In effetti l’MGA ha un’origine del tutto particolare. Nasce infatti nel 1952 come un prototipo destinato alla 24 Ore di Le Mans progettato da Sydney Enever partendo da una base TD. I risultati sono interessanti sia alla 24 Ore sia al Tourist Trophy. L’esperienza va avanti fino al ‘55 quando l’EX182, come è siglato il prototipo, arriva a un grado di sviluppo tale da essere trasferita alla serie e proposta sul mercato con un motore quattro cilindri di 1489 cc da 68 CV ripreso dalla Magnette; d’altra parte il “magazzino” della compagnia è molto fornito e in grado di provvedere anche al resto della meccanica. Nel 1958, tuttavia, ecco il motore twin-cam da 108 CV, i freni a disco sulle quattro ruote con una punta di velocità di oltre 180 km/h. L’hard top in alluminio, e poi in fibra di vetro, montato di fabbrica, trasforma la MG in un vero e proprio coupé, con prestazioni niente male.
Il successo è notevole, anche tra i vari vip, che fanno da molla trainante: solo nel 1959 vengono prodotte 23.000 MGA, si tratta dell’anno record del modello. Alla fine del suo ciclo produttivo l’MGA supera abbondantemente il traguardo delle 100.000 unità, con una fortissima presa sul mercato statunitense (dove purtroppo mancano modelli italiani). Cresce anche il mercato europeo ma all’inizio degli anni sessanta per la “A” inizia il declino. Occorre un prodotto nuovo in linea con i tempi...

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MGB RV8 e MGB roadster 1962 a confronto.

 

  Articolo completo su epocAuto di APRILE 2023 a firma di Franco Carmignani

 

 

 

epocauto 5 2023

 

 

 


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