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Automobili ZAZ - su epocauto di aprile
Una Zaz 965 pre-serie. Fino ai parafanghi posteriori è evidente la linea estetica copiata dalla Fiat 600, ma la coda è del tutto diversa per la sopravvenuta necessità di alloggiare il motore V4 decisamente più ingombrante.
Automobili ZAZ - La robustezza innanzitutto
Nel mercato delle auto storiche le Zaz sono vera rarità, ma nessuno le cerca. Accadeva anche negli anni Settanta quando nell’immaginario collettivo la “Prinzona con le orecchie” era roba da komunisti. Eppure ha qualche dote: per esempio, va in moto anche con il gelo siberiano, ha le lamiere spesse 10 decimi di buon acciaio per resistere alla ruggine ed è solida come un trattore. Purtroppo del trattore ha anche il sussultante rumore di ferraglia e ciò contribuisce a portarla in alto nella classifica delle auto più “sfigate” del secolo. Prima ispiratrice della Zaz è la Fiat 600, guardata con rispetto dai compagni russi degli anni Cinquanta perché prodotta nel Paese con il più forte partito comunista dell’Ovest. Così, prima di impostare “l’auto del popolo sovietico” una delegazione dell’Urss arriva in Italia in cerca d’ispirazioni e Nikolaj Strokin, vicepresidente del Gosplan (Comitato della pianificazione), tornato a casa, impone ai tecnici il modello della Fiat 600. Il primo prototipo è una fotocopia, piuttosto bruttina, della popolare utilitaria italiana, ma solo di fuori. Infatti, il motore è un bicilindrico boxer di 746 cc raffreddato ad aria derivato dalla moto IMZ Ural, a sua volta copiata dalla BMW R71 del 1940. Il trapianto è un disastro, il bicilindrico ha poca potenza e non fa più di 30.000 chilometri senza revisioni. Inoltre i cilindri bassi e orizzontali sono facile bersaglio di sassi e buche nelle primitive strade russe. Però il raffreddamento ad aria va bene perché l’acqua senza precauzioni gela con l’inverno russo. Il sistema di raffreddamento rimane dunque la sola caratteristica del nuovo motore sviluppato dal NAMI (ente centrale per la ricerca automobilistica). Tutto il resto è lontano dalla razionalità delle utilitarie europee sia per l’architettura con 4 cilindri a V, che impone la complicazione del contralbero di equilibratura, sia per il materiale del monoblocco, che è una lega d’alluminio e magnesio. Nella logica capitalista queste soluzioni sarebbero da evitare perché costose, ma i sovietici hanno idee diverse...
Una ZAZ 966 De Luxe importata in Italia nel 1971. Per ingentilire l’aspetto da “Prinzona”, i copri-cerchi montati a cura dell’importatore scimmiottano i veri cerchi in lega leggera delle Porsche 911. L’effetto è a dir poco caricaturale.
Articolo completo su epocAuto di APRILE 2023 a firma di Elvio Deganello
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