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Sportive Giapponesi post 1980 - su epocauto di aprile
La Mitsubishi Lancer 2000 Turbo del 1981, con cui inizia il mito nei rally del modello.
SPORTIVE GIAPPONESTI POST 1980 - Giappone furioso
Il boom economico giapponese degli anni ’80 segue la crisi economica innescata nei Paesi importatori di petrolio dalla Guerra del Kippur del 1973. Quando il greggio tornò a scorrere, una serie di manovre politico/finanziarie del governo portarono il Giappone a risalire la china e ad avere una moneta forte grazie alla strategia di puntare su prodotti ad alta tecnologia che richiedevano minori quantità di energia e materie prime. Il Giappone diventò così un polo tecnologico di alta attrattività per gli investimenti internazionali, con una crescita annua del 4%. Nel Giappone divenuto riferimento tecnologico mondiale e guida per il domani, le automobili si allinearono perfettamente alla circostanza: vetture per ogni esigenza, tecnologicamente avanzate, di qualità ed efficienti. Forti della nuova immagine, nei primi anni ’80 iniziarono la riscossa nei principali mercati internazionali, in particolare in quello americano, in crisi di identità e incapace di rispondere alle istanze delle nuove generazioni. Proprio gli Stati Uniti divennero il primo paese importatore di auto giapponesi, grazie anche all’attenta strategia dei costruttori di differenziare la produzione secondo i mercati (Giappone, USA, Australia, Europa e Regno Unito) proponendo motori e allestimenti specifici, arrivando anche a variare il nome dei modelli. In un contesto così forte e capace di infondere fiducia, le automobili giapponesi iniziarono a mostrare i muscoli, non più solo city-car, berline e veicoli commerciali, ma sempre più fuoristrada, auto di lusso e sportive; proprio queste guadagneranno un posto speciale nella storia dell’automobile diventando autentiche icone...
La Subaru XT 4WD Turbo del 1985 rompe gli schemi con il suo stile fatto di contrasti: netta nei tagli ma con una linea di cintura mossa.
Articolo completo su epocAuto di APRILE 2023 a firma di Federico Signorelli
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