Edizioni C&C - Il Retro-futurismo nelle auto su epocauto di maggio

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Nell'immagine la New Beetle ridisegnata da Walter da Silva con il muso più lungo sul pianale Golf VI per rispettare le norme sull'urto contro pedone divenute ineludibili nel 2012.

Il “Retro-futurismo” del Nuovo Millennio

Gli anni Ottanta ci hanno regalato veri capolavori del design automobilistico: le signorili Mercedes di Bruno Sacco, le filanti Audi dell’equipe di Hartmut Warkus, le originali Volvo di Jan Wilsgaard, le eleganti Lancia di Giugiaro e le sobrie Peugeot disegnate da Pininfarina. Matrice comune è la razionalità delle forme aerodinamicamente corrette per ridurre i consumi dopo gli spaventi delle crisi energetiche. Nei primi anni Novanta una grave crisi attanaglia l'economia mondiale e impone ai Costruttori di creare i nuovi modelli con investimenti ridotti, nascono così evoluzioni, spesso poco convincenti, delle auto che vanno a sostituire. Decollano le auto pratiche, prima le station wagon, poi le monovolume che non brillano per originalità. La concorrenza diviene più agguerrita e in un mercato sempre più appiattito, qualcuno ha l’idea di conquistare i clienti con un design che scateni le emozioni invece di conquistare la ragione. I maggiori gruppi automobilistici aprono Centri Stile in California, considerata l’epicentro delle nuove tendenze. Dalla West Coast nasce un nuovo movimento che si riallaccia, più o meno esplicitamente, ai modelli del passato. Il Gruppo Chrysler cerca ispirazioni nella propria storia e nel 1993 riparte dallo stile presentando la concept-car Plymouth Prowler che interpreta modernamente le bizzarre emozioni degli spensierati ragazzi americani che negli anni Cinquanta costruivano le hot-rod con pezzi d’auto degli anni Trenta. La Prowler ha il cofano a “prua di nave”, i parafanghi staccati dal corpo vettura e la coda spiovente, sembra uscita dal film American Graffiti: è insolita e accattivante, piace e nel 1997 entra in produzione per rimanervi fino al 2002 per un totale di 11.702 esemplari. È un’auto di nicchia, ma è importante perché apre il filone “retrò” giunto ai nostri giorni. Dopo la Prowler, la Chrysler presenta PT Cruiser disegnata da Bryan Nesbitt. È una berlina a 5 porte che si ispira alle americane del passato senza richiamare un modello specifico. Ha la calandra a sviluppo verticale, i volumi dei parafanghi anteriori che proseguono nelle porte, un accenno di pedana e i parafanghi posteriori, anch’essi con volumi propri, con le luci a filo...

I PEDONI RINGRAZIANO
Nel 2003 il mondo del design è in allarme perché il Parlamento Europeo annuncia le norme sugli urti contro pedoni che entreranno in vigore nel 2005: “Per noi designer sarà una palla al piede - dice J. Mays, direttore del design del gruppo Ford – dovremo creare degli spazi vuoti tra il frontale e il motore che imporrano rapporti fra i volumi cui il cliente non è abituato”. Ribadisce Martin Smith, responsabile delle auto medie Ford: “Rispettare queste norme significherà uccidere il design”. Si teme che le nuove norme portino automobili più brutte, ma i dati sono paurosi: ogni anno in Europa ci sono 40.000 morti per incidenti stradali e quasi 10.000 sono pedoni. Patrick Le Quement, responsabile del design Renault è d’accordo sul ridurre i rischi: “Dobbiamo adattarci alle nuove norme, la nostra concept car Fluence (il modello che prefigura la Laguna) è già vicina alla soluzione”. Walter de Silva, autore di tante belle Alfa Romeo e ora designer Audi, Lamborghini e Seat è ancora più d’accordo: “All’inizio probabilmente tutte le Case giungeranno a soluzioni simili: paraurti piatto e perpendicolare al suolo, con la calandra verticale che ne è il naturale proseguimento ottico, poi ognuno troverà una soluzione adatta all’identità della propria Marca”. Ai colleghi che vedono in queste limitazioni un soffocamento della creatività, de Silva risponde: “Le nuove leggi rinfrescano sempre la creatività di un designer. Chi sostiene il contrario non è un vero creativo, è solo un impiegato del Centro Stile”.

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